Roma, capitale delle buche
Ogni giorno una vera odissea con salto ad ostacoli per i guidatori delle due ruote
di Francesca Romana Antonini – 20/02/2009
Saliamo sul nostro mezzo a due ruote per spostarci con comodità dentro una città ormai satura di traffico e dove il parcheggio è diventato quasi un miraggio. Facciamo la scelta più veloce per raggiungere prima la nostra destinazione, scuola, lavoro, palestra ma ci scordiamo del pericolo e degli ostacoli che ci attendono durante i nostro tragitto… le buche di Roma.
I crateri, le voragini, i dossi, i sampietrini dissestati, le rotaie assassine e le buche, che non si vedono in tempo, quelle piene d’acqua, coperte da foglie sono sempre lì pronte ad aspettarti… un vero percorso di guerra.
Roma vanta il 10% dell’intero mercato italiano delle due ruote ma è anche la città più ostile, la più insidiosa per chi è costretto a usare motorino, moto o scooterone per muoversi. Si costretto, dato che la rete di mezzi pubblici è al 60esimo posto nella classifica nazionale e con una Ztl tra le più vaste del mondo e parcheggi che in molte zone sono solo a pagamento.
Nella classifica dei quartieri romani più devastati dal manto stradale dissestato, senza dubbio Parioli risulta ai primi posti.
A piazza Ungheria, ad esempio, proprio nello slargo quotidianamente percorso da migliaia di automobili, mezzi pubblici e camion, le buche sono disseminate su tutta la superficie. Sebbene l’asfalto della strada sia stato recentemente rifatto, nel tratto che collega piazza Ungheria a piazza Santiago del Cile si contano almeno 30 buche che si confondono con varie chiazze di asfalto più scuro utilizzato per coprire altri mini-crateri.
La situazione non migliora alla fine della strada, in particolare all’altezza del semaforo che consente di svoltare su via Guidobaldo Del Monte. Proprio nel viottolo dove le auto e i ciclomotori sono obbligati a entrare per girare, un solco di circa tre metri di diametro e più di 40 centimetri di profondità è affiancato, a poca distanza, da altre due grandi buche.
Brecciolino ed abbondante ghiaia gettata alla buona provocano invece escoriazioni e traumi più o meno gravi ai motociclisti che perdono l’equilibrio nel solco di piazza Euclide.
E in effetti le buche dei Parioli sono ovunque, sia nelle strade più piccole e quasi private che nelle vie a maggior frequentazione.
Ma dossi e buche profonde non risparmiano neanche chi si avventura con la propria utilitaria in via De Notaris (qui anche il marciapiede è completamente dissestato) e gli sportivi che ogni giorno vogliono raggiungere lo stadio Paolo Rosi. Sono circa 25, infatti, le buche che accompagnano il viaggio degli automobilisti in via della Fonte dell´Acqua Acetosa, mentre in via dell´Agonistica diventano 14 (tutte a distanza estremamente ravvicinata).
A viale della Moschea, infine, un cratere di grandi e pericolose dimensioni si somma alle altre otto buche che rendono la vita difficile a chi la percorre.
Ma la strada continua e da nord a sud tutta la città è invasa da buche e nessuna istituzione sembra riparare a questa situazione ormai divenuta insostenibile per chi ogni giorno deve percorrere chilometri.
Verso il Fleming, via Francesco Borgatti è una trappola con crateri di almeno 20 centimetri di profondità, via Guido Banti un tormento. Dopo il viadotto Olimpico si sbuca su viale Maresciallo Pilsudski e proprio alla fine della curva, invisibile, ti aspetta il tranello una buca spaventosa piazzata al centro della carreggiata e lo stesso a largo Antonio Sarti.
Avanti e indietro sui lungotevere, prima di tuffarsi nel cuore di Roma, l’asfalto si crepa, si sfalda, si apre dappertutto mostrando qualche rattoppo scuro appiccicato di fresco e pronto a sciogliersi alle prossime piogge.
Verso Testaccio le buche, sono piccole ma profonde, le peggiori per le ruote di una moto e soprattutto per quelle, più piccole, di uno scooter.
Le strade intorno a piazzale Flaminio sono particolarmente disastrate, all’incrocio tra via Azuni e via Emanuela Gianturco c’è un cratere che imporrebbe quantomeno un segnale di pericolo se non una riparazione immediata.
La Zona a Traffico Limitato è il regno dei sampietrini, con i rattoppi di via Ripetta, la voragine di piazza Augusto Imperatore, il cratere di piazza Venezia, l’asfalto a squame di via del Tritone e le trincee di piazza Barberini.
Per i migliaia di pendolari che ogni giorno, devono recarsi dalle periferie al centro e viceversa il rischio quotidiano, nei casi migliori, è quello di perdere per strada qualche pezzo di scooter o di distruggere gli ammortizzatori della propria utilitaria.
Sulla Collatina, Prenestina, Tiburtina, ad influire non è solo la grande quantità di traffico, ma buche e voragini anche qui disseminate ovunque. E nei pochi chilometri che vanno dall’inizio delle statali a poco prima del Gra, la Tiburtina batte la Prenestina per 380 buche contro 250 dove però si segnalano le 80 tra viale Longoni e viale De Chirico.
All’angolo con via Giacomo Bresadola a Centocelle, poi, i binari del tram sono una vera insidia per i centauri, perché le rotaie sono affiancate da piccole buche – una ogni 10 cm circa – che creano pericolosi avvallamenti.
All’incrocio tra via Prenestina e via Longoni, l’asfalto è crepato, c’è poi un tratto di strada di circa 400 metri, di fronte all’ipermercato Carrefour, completamente spaccato in mini-blocchi di asfalto che fanno sobbalzare persino i Suv.
Sulla Tiburtina, le buche accompagnano i pendolari nel tratto tra la fermata metro Santa Maria del Soccorso e Ponte Lanciani.
Tra la tangenziale e piazza del Verano, ai sampietrini scivolosi si aggiungono circa 50 crateri che costringono i motociclisti al zig-zag per non cadere. E non va certo meglio sulla Collatina, dove le buche sono all’incirca una ogni 100 metri e i lati delle carreggiate sono ricoperti di brecciolino e pezzi di asfalto, pericolosissimi per le moto.
Ma se ci spostiamo su un tratto urbano molto frequentato, quello che da Vigne Nuove conduce a Porta Pia, ci sono 108 buche.
Da Vigne Nuove a via Giovanni Conti, ad esempio, se ne contano ben 15: enormi, una dietro l’altra. Si arriva a piazza Monte Gennaro superando una altra decina di voragini. In piazza del Tufello, tra rotatorie e doppie file, quattro profonde buche che diventano ancora più larghe per il passaggio dei bus.
Poi si attraversa una parte di Montesacro: il tratto più critico è tra piazza Monte Gennaro e viale Gargano. Fino a via Adamello, all’incrocio con via Monte Erice, in un cratere unico ci sono ben sei buche piene d’acqua. A viale Carnaro le voragini sono 20, a viale Gargano 11. Appena si svolta a destra per prendere la Nomentana bisogna stare attenti al grande fosso al centro di piazza Sempione.
Mentre davanti alla chiesa i motociclisti sono costretti a un’altra gimcana.
Lungo la Batteria Nomentana ecco altre 15 buche (le più profonde all’incrocio con via Val Trompia). Un pò di tregua fino a viale XXI Aprile. Poi si ricomincia: fino a viale Gorizia le voragini sono 20, altre 13 fino a Corso Trieste. E 41 trappole, comprese le ultime quattro a Porta Pia, chiudono il percorso.
Il panorama non è dei migliori e la situazione sta degenerando, ogni giorno succedono incidenti provocati dalla non manutenzione stradale o da una riparazione poco efficace.
Per quanto tempo ancora i centuari romani dovranno cercare di rimanere in equilibrio sulle strade romane?
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[ via Abitare a Roma ]