‘Via Nazionale, no all’ asfalto’ comitati in difesa dei sampietrini
Repubblica — 06 febbraio 2008 pagina 2 sezione: ROMA
“Giù le mani dai sampietrini di via Nazionale”. Questo il grido di battaglia di molte associazioni di residenti e commercianti che ieri hanno lanciato la campagna a difesa della storica pavimentazione di via Nazionale. Ma c’ è di più. I comitati hanno deciso di avviare una petizione indirizzata al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che prevede la raccolta di firme per bloccare l’ apertura del cantiere e fermare i lavori di rifacimento del manto stradale previsti per il mese di marzo. Nei prossimi giorni lungo via Nazionale verranno posizionati i banchetti destinati alla raccolta firme. A proteggere la famosa strada romana dall’ asfalto sono scese in campo varie associazioni, tra cui “Italia Nostra” e “Via Merulana per l’ Esquilino”, e insieme hanno creato il comitato “Difendo il sampietrino”. «Con un’ accurata e puntuale manutenzione – ha spiegato l’ architetto Alfredo Donati, presidente del nuovo comitato – sarà possibile conservare l’ antico manto stradale. Con questa petizione vogliamo semplicemente avviare una campagna di sensibilizzazione e far capire che le motivazioni espresse dal Comune per l’ avvio dei lavori sono inesatte». Secondo i “difensori del sampietrino”, infatti, con un corretto e particolare sistema di montaggio e pulitura, via Nazionale potrà continuare a essere ricoperta dalle famose pietre quadrate provenienti dai Colli Albani, dette anche selci, come selciaroli venivano chiamati gli artigiani che li realizzavano. Così si eviterebbero anche molti disagi legati al passaggio delle auto e mezzi pesanti, come la vibrazione dei palazzi e il formarsi di buche pericolose. «Inoltre – ha aggiunto Donati – i sampietrini sono anche meno dannosi per la salute rispetto all’ asfalto perché sono costituiti da pietre laviche naturali e lasciano traspirare il terreno». La battaglia a tutela di via Nazionale va avanti ormai già da diversi mesi. Con il tempo anche alcuni commercianti della strada si sono convinti che il sampietrino è la soluzione migliore. «Ho capito che non bisogna per forza rinunciare alla vecchia pietra romana – ha spiegato Alfonso Lamodio, uno dei rappresentante del comitato residenti e titolare di un bar su via Quattro Novembre – perché è una pavimentazione adeguata per riuscire a sopportare la viabilità quotidiana». Dello stesso parere Gemma Mazza, presidente di Italia Nostra, associazione per la tutela del patrimonio storico: «Ci vorrebbe un nuovo piano regolatore traffico – dichiara – e un preciso lavoro di manodopera. Solo così i sampietrini riusciranno a sopravvivere all’ asfalto». – VALERIA FORGNONE