L’artista tedesco Gunter Demnig torna a Roma per la seconda edizione dell’iniziativa “Memorie d’inciampo a Roma” e il 12 e il 13 gennaio coinvolge i municipi I, Centro Storico; II, Flaminio, Parioli, Pinciano, Salario, Trieste; III, Castro Pretorio, Nomentano, Tiburtina; XI, Appio, Ostiense, Ardeatino e XVII, Borgo, Prati, Balduina, dove posiziona 54 Stolpersteine (pietre d’inciampo) per ricordare deportati razziali e politici.
Il progetto, a cura di Adachiara Zevi, si avvale di un comitato scientifico composto dagli storici Anna Maria Casavola, Annabella Gioia, Antonio Parisella, Liliana Picciotto, Micaela Procaccia e Michele Sarfatti e si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, ed è promosso da Aned (Associazione Nazionale ex Deportati), Anei (Associazione Nazionale ex Internati), Cdec (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane Italiane, Museo Storico della Liberazione.
Il lavoro di Denmig sulla memoria delle persone scomparse a seguito di deportazione inizia nel 1993 con una ricerca su cittadini rom e sinti, mentre le prime Stolpersteine compaiono nel 1995 a Colonia; fino ad oggi ne sono state posizionate oltre 22.000 in Germania, Austria, Ungheria, Ucraina, Cecoslovacchia, Polonia, Paesi Bassi e Italia, per testimoniare dell’esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste: ebrei, politici, militari, rom e omosessuali.
Sulla superficie di ottone di ogni sampietrino che l’artista istalla davanti alla casa in cui hanno vissuto i deportati sono incisi il loro nome e cognome, l’anno di nascita, la data e il luogo di deportazione e, quando nota, la data di morte.
Le pietre d’inciampo, segni discreti, non retorici e anticelebrativi, costringono chi passa a interrogarsi sul tema delle persecuzioni e del valore della memoria. Ogni Stolpersteine viene finanziata da chi la richiede con 100 euro.
Contemporaneamente alla posa delle pietre, lo sportello aperto da Stefano Gambari presso la Casa della Memoria e della Storia raccoglie le richieste di chi vuole ricordare con unaStolpersteine familiari o amici deportati; si crea così una mappa urbana della memoria. A questo si affianca anche un progetto didattico che affida alle scuole di ogni Municipio la ricerca storica sui deportati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini, con la collaborazione e il sostegno del Progetto Memoria della Fondazione Cdec e dal Centro di Cultura Ebraica della Comunità Ebraica di Roma, della Fnism (Federazione Nazionale Insegnanti) – Sezione Roma e Regione Lazio, dall’Irsifar (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza), dalla sezione didattica del Museo Storico della Liberazione di Via Tasso.
[ via Free News ]