dal Meo Patacca, Canto IV, ottave 66-74
Ecco superbi li due sgherri a fronte, E l’uno all’altro con gran brio s’accosta; Marco Pepe, che fa da Spaccamonte 1 , « Olà – dice, – nostrisci 2 è quì a tua posta ». « A soddisfatte io già le voglie ho pronte ». Meo gli risponne, e ogn’un di lor si scosta. Vengono pe’ menà presto le mani, Giusto a un tiro di fionna a star lontani. |
1. – da spaccone 2. – io, il sottoscritto |
Subbito le perzone si slargorno1 , Che già con Marco Pepe eran venute, E quelle ancor ch’a caso capitorno 2 Da curiosità quì trattenute. Fecer l’istesso quelle, ch’arrivorno, Che da Meo queste cose havean sapute, El campo largo e libero si lassa, E in tel mezzo nisciun proprio ce passa. |
1. – si allargarono, fecero ala 2. – capitarono |
Ogn’un delli due sgherri el posto ha preso, Fatta de rocci 1 in berta 2 un’adunata, Sul braccio manco 3 el pietro 4 è in giù disteso, Che poi fa alla perzona una parata: Impaziente già ‘l popolo s’è reso, Di vedè questa gran sassaiolata; Ciasch’uno poi di lor, conforme è il patto, Alla su’ fionna dà de piccio 5 a un tratto. |
1. – sassi 2. – tasca 3. – sinistro 4. – mantello 5. – dà di mano, afferra |
La fionna è un braccio1 e più di cordicella Di canapa assai forte e fatta a treccia, Ne i due capi è sottil, ma grossicella Inverzo el mezzo, e sempre più s’intreccia; Quì come rete c’è una ferratella 2 Indove ce se mette o sasso o breccia; Ma qual poi sia 3 , più granne è della maglia, Né resce, se no, allor quanno se scaglia 4 . |
1. – 1 braccio = 58 cm 2. – piccola grata di ferro 3. – qualunque cosa vi si metta 4. – non ne fuoriesce se non quando scagliata |
E l’una e l’altra punta accompagnata1 Stringon le dete 2 della dritta mano, Ma poi drento la fionna ripiegata La manca 3 il sasso tiè dal sen 4 lontano; A quella si dà allora una stirata 5 , Si piglia poi la mira, e non invano, Perché ‘sti nostri sgherri, così bene, Ci azzeccano, che fanno stravedene 6 . |
1. – assieme 2. – dita 3. – la sinistra 4. – tiene a distanza dal petto 5. – la si distende 6. – stravedere (cioè colgono il bersaglio in maniera stupefacente) |
Tutto fecer costoro, e al primo tiro Ogn’un tiè la su’ fionna apparecciata 1 ; Cominza Marco Pepe, e più d’un giro A quella dà, sopra el cotogno 2 alzata. Lassa 3 un dei pezzi, e in meno d’un rispiro Viè la breccia con impeto scagliata: Patacca non si scanza e non s’abbassa, Perché assai da lontan quella gli passa. |
1. – pronta a scagliare 2. – la testa 3. – lascia, fa partire |
Ma poi dà al fongo1 una calcata in testa, Due passi innanzi rivoltato in costa 2 , Vuò trovà modo de spiccià ‘sta festa 3 . Fa prima una sbracciata 4 , e poi s’imposta, Piglia la mira dritta dritta, e in questa Nol falla mai 5 se nol facesse a posta; Ma perché fa da vero, a fé 6 non sbaglia, Giusto in dove ha mirato, el selcio 7 scaglia. |
1. – cappello 2. – rivolto di fianco 3. – di sbrigare questa faccenda 4. – scioglie il braccio prima del lancio 5. – non sbaglia mai 6. – certamente, senz’altro 7. – sasso |
Frulla e fischia per aria, e azzeccaria1 Di Marco Pepe appunto in tel mostaccio 2 , Se lì proprio Patacca glie l’avvia 3 , Ma si para col pietro, alzanno el braccio. Pur lo scotola 4 a segno, che darìa In terra un solennissimo crepaccio 5 , Se non si fusse a caso ritrovato Co’ i piedi in sul terren forte piantato. |
1. – azzeccherebbe, colpirebbe 2. – nel viso 3. – glielo dirige 4. – lo scuote 5. – una gran bella caduta |
S’infuria allor costui, perché mostrarzi Vorria 1 propio una bestia inferocita; Si sbraccia in fionnolà 2 , per vendicarzi Di quella botta, c’ha lui ben sentita. Ma perché i colpi, o arrivano assai scarzi, O perché Meo sa fa’ scanzi di vita 3 , Non serve no, ch’in tel fa sciarra incocci 4 , Che sempre a voto han da cascà i su’ rocci. |
1. – vorrebbe 2. – in scagliare sassi con la fionda 3. – si scansa col busto 4. – che si ostini nella contesa |
Scena del duello a serciate tra Meo Patacca e Marco Pepe, tratto dal Meo Patacca, e segnalata da Andrea Pollet.