di Dora Marchi
da L’Unità 03.09.2005
Polemica su chi vuole toglierli e chi no
SAMPIETRINI O ASFALTO? Antichità o modernità?
La vicenda dei sampietrini, che, su alcune strade della capitale, sono già stati sostituiti da un più sicuro ed economico asfalto, finisce sul New York Times. Ian Fisher, nell’edizione di ieri, mette a confronto, da un lato, chi sostiene che i sampietrini siano il simbolo di un’antichità peculiare della città di Roma; e dall’altro chi, invece, ritiene che questi siano superati.
«Avrebbero dovuto asfaltare la zona del centro molto tempo fa – dice al NY Times Mincello Giorgetti, 49 anni, venditore di salumi – I sampietrini erano perfetti quando c’erano i cavalli e le carrozze. Ma quando piove o una macchina perde olio, è la fine». Per alcuni, si tratta di un «massacro dei sampietrini», anche se il Comune, come ricorda il giornale, ha assicurato che «nelle zone pedonali e nelle piazze maggiormente apprezzate dai turisti, come piazza Venezia, saranno mantenuti». La sostituzione, comunque, è stata già avviata in varie zone, complice l’assenza dei romani nel mese di agosto e la maggiore facilità nell’effettuare dei lavori stradali: in particolare su alcune zone del Lungotevere.
«La cosa che più sorprende – scrive il Ny Times – è che in questa città non ci siano state molte proteste. Ciò non vuol dire che i romani preferiscano l’asfalto. Ma con 400mila motorini, pochi soldi pubblici e una sorta di impazienza verso ciò che rallenta il traffico, sembra esserci stata rassegnazione verso un cambiamento che è visto come in meglio».
«Per alcuni milioni di turisti, la ripavimentazione – scrive il quotidiano – sembra una sorta di resa. Dopo tutto, il mondo sta meglio se sa che Roma non cambierà il suo aspetto. Walter Veltroni – continua il giornale – ha più volte ricordato i costi sempre maggiori dei sampietrini, il doppio rispetto a quelli dell’asfalto».
Tra le voci contrarie c’è quella di Roberto Giacobbi, 46 anni, «selciarolo». «È una questione solo politica – dice – e non è vero che l’asfalto è più economico. Mentre in media ogni strada della capitale deve essere ripavimentata ogni due anni, tre piazze, che si trovano nei pressi del Vaticano, con dei sampietrini, non hanno subito alcun intervento in 20 anni. Il problema – sottolinea Giacobbi – è di natura culturale. Il mondo ha perso la pazienza di aspettare che le cose vengano fatte amano».