di CARLANTONIO SOLIMENE
Il Tempo
I SAMPIETRINI? Non li vuole più nessuno. Tra i tassisti è un plebiscito. Una categoria infuriata per i danni alla carrozzeria, agli ammortizzatori, al semiasse. Un blocco compatto che grida: «Li tolgano dappertutto, sono fuori dal tempo». E il rispetto per la storia? Il fascino dell’antica Roma? «Siamo nel III millennio – si lamenta Mario – e non possiamo mantenere una pavimentazione adatta solo ai cavalli per quattro calessi che passano ogni giorno». Piazza Esedra e Piazza Venezia sono i punti critici delle strade di basalto. I «mattoncini» sono completamente sconnessi tra di loro, con buche larghe anche trenta centimetri e numerosi rattoppi effettuati con l’asfalto. Anche l’effetto estetico, quello a cui i «puristi» del sampietrino si appellano per difenderne l’esistenza, non è dei migliori. «Non c’è manutenzione – racconta Giovanni – e le strade con il cosiddetto “pavé” sono quelle che necessitano più interventi». Senza contare che, con il passare del tempo, i mattoncini diventano sempre più lisci e, specie con la pioggia e con il caldo, la strada si trasforma in una saponetta. «Io percorro ogni giorno le vie del centro – protesta Bruno – e ogni 30-40 giorni distruggo gli ammortizzatori». Dunque nel futuro ci sarà una Roma completamente asfaltata? «Sappiamo quello che il sampietrino significa per la nostra storia – spiega Guido – ma, se proprio vogliamo mantenere una testimonianza del passato, ci sono pur sempre le zone pedonali».